Sommario o abstract
| La carriera di Pimlico, pubblicato per la prima volta nel 1956 da Elio Vittorini nei suoi “Gettoni”, è sicuramente uno dei romanzi italiani più belli, originali e toccanti che trattino di un tema “sportivo”. Pimlico è un purosangue, destinato in teoria fin dalla nascita a conseguire i più prestigiosi successi internazionali nelle gare ippiche; la sua storia, e quella di altri purosangue, Bendigo, Marlù, Fantasio, viene raccontata al lettore attraverso la voce narrante di un anziano allevatore di cavalli che ha dedicato a loro l’intera sua vita. Così, le storie dei cavalli si intrecciano a quelle degli uomini che hanno legato a essi speranze e destini; e la parabola di Pimlico, che inevitabilmente arriva sempre secondo o terzo nelle gare più importanti e riesce a vincere solamente in occasioni meno prestigiose, rispecchia la parabola umana di chiunque si trovi a fare i conti con se stesso e il proprio talento. La carriera di Pimlico, assente nelle librerie italiane da più di 25 anni, è un romanzo incredibilmente moderno, al medesimo tempo lirico e duramente asciutto, allo stesso modo dell’inconfondibile e magistrale stile in cui è scritto. “Per un cavallo il successo nelle corse è questione di vita o di morte. Nel suo mondo non c’è posto per i mediocri e nemmeno per quelli che sanno appena distinguersi”. (...) [Fonti: https://fazieditore.it/catalogo-libri/la-carriera-di-pimlico/ ; G.M.]. |